martedì 21 febbraio 2012

Recensione "Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi"

Quanti di voi sanno che nell’Islam c’è un colore principale, il verde? E che un ragazzo farebbe meglio a non sposarsi se il fratello maggiore non ha ancora convolato a nozze?
Certo, non tutti i musulmani sono così rigidi, però è bello apprendere le tradizioni di altri popoli attraverso un romanzo. Niente libri di scuola, ma solo una lettura piacevole, cosa si vuole di più?
Leïla Marouane, la scrittrice algerina residente in Francia più tradotta da sempre, firma un nuovo romanzo e questa volta ci introduce nella Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi, andando ad analizzare ogni aspetto dei giovani e ricchi musulmani che vivono nella capitale francese a cavallo tra due culture, alla continua ricerca di un’ emancipazione dalla famiglia che sembra non arrivare mai del tutto.
Il protagonista di quest’opera, chiamato alla nascita Mohamed Ben Mokhtar, di origine algerina, che all’ottenimento della cittadinanza francese cambiò il suo nome in Basile Tocquard all’insaputa della famiglia, è un dirigente di banca appena trasferito nella sede di Parigi, in pieno centro. Quest’uomo, vergine, con una madre-padrona tenuta a distanza in periferia, con un fratello che attende che lui si sposi prima di potersi ammogliare a sua volta, con una sorella costretta a Blida per essersi accasata con l’uomo suggeritole dalla madre, decide che è ora di darsi da fare in una certa direzione: “Donne come se piovesse, servizio rapido e garantito. Apologete delle storie senza futuro e senza ritorno. Niente impegno per la vita. Niente procreazione.”
Così Mohamed inizia a vivere. Si veste bene (ha i soldi per farlo!), si trasferisce in uno dei quartieri più chic di Parigi, Saint-German-des-Prés, e frequenta locali del centro in cerca di una donzella bianca, facile e francese, ma incappa sempre in algerine, donne complicate, con storie affatto allegre alle spalle.
La madre è dietro l’angolo, gli telefona ogni domenica e lo invita a pranzo. Lui in risposta bofonchia qualcosa alla cornetta, azzarda un , beve un po’ di whisky e si rimette a dormire.
La vita sembra facile, le donne sembrano esserci, il problema è il “sembra”.
La Marouane descrive con mano sicura e con un alto tasso d’ironia una storia di migranti, di un’integrazione fallita, uno scontro tra popoli e religioni. Storie di cui noi italiani sentiamo parlare spesso, ma che vediamo sempre dall’esterno, con occhi freddi o pietosi che mai riescono a immaginare totalmente le difficoltà che hanno portato queste persone a compiere il salto verso la terra della speranza, l’Europa. Inoltre, in questo romanzo, ci viene proposto un personaggio di successo, uno di quelli che ce l’ha fatta (almeno dal punto di vista economico); tuttavia ci accorgiamo, con desolazione, che certi scogli culturali sono ancora complicati da superare.
Leïla Marouane, giornalista scappata dall’Algeria in seguito a un’aggressione dovuta alla sua attività giornalistica di denuncia, per niente apprezzata dagli alti ceti islamici in quanto cerca in continuazione di restituire dignità alle donne musulmane, ha scritto un libro che è stato apprezzato anche in Marocco e nei paesi limitrofi, ma censurato nella sua terra natìa, dove però, come ha fatto sapere in un’intervista per D-La Repubblica, lo si può trovare di nascosto in alcune librerie.
Informazioni
Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi, Leïla Marouane
Traduzione di Gaia Panfili
pp. 224, brossura, € 17,00

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