martedì 21 febbraio 2012

Intervista a Gabriele Picco

Gabriele Picco torna alla scrittura con quello che si preannuncia come uno dei romanzi più belli dell’anno, “Cosa ti cade dagli occhi”, edito da Mondadori. Disponibilissimo, a poco meno di due settimane dall’uscita del suo libro in libreria, risponde immediatamente alle nostre domande.
* Come è nato “Cosa ti cade dagli occhi”?
Dopo aver realizzato la scultura che sta in copertina ho capito che l’idea non si esauriva così. Poi un giorno sono andato a trovare un amico a Barcellona,  e mentre in spiaggia leggevo il libro di Goffredo Parise, “Il ragazzo morto e le comete” , di getto mi è venuto da scrivere una frase sulla prima pagina. L’ ho letta  e mi sono detto: “Questa è la fine del mio prossimo romanzo”. Sono tornato a casa e ho iniziato a scriverlo.
* La scelta di un personaggio principale come Ennio, con un omino dentro la pancia che lo porta a lasciare lunghi peti per tutta Manhattan, da cosa è stata dettata?
E’ nata dal fatto che mentre scrivevo stavo soffrendo di aerofagia, così mi sono immaginato questo omettino che imparava a fischiare dentro la pancia. All’inizio avevo pensavo fosse un mio amico giapponese, poi è diventato semplicemente l’omettino…
* Come mai è passato tutto questo tempo tra il tuo primo romanzo, “Aureole in cerca di santi“, e questo?
Prima di tutto perché ho vissuto due anni a New York, più i continui viaggi tra mostre, borse di studio, progetti per sculture, cortometraggi. Secondo, ogni volta che cominciavo un romanzo, poi lo cestinavo. Era da un po’ che ci riprovavo, ma i romanzi si lasciano scrivere quando vogliono loro.
* Se si può sapere, quanto ci hai impiegato a scriverlo?
La prima stesura poco meno di un anno, poi per un altro anno l’ho lasciato decantare e quando l’ho ripreso in mano ci ho lavorato ancora due o tre mesi.
* Hai contattato la Mondadori tramite un agente letterario, o di persona?
Ho trovato prima un agente letterario. Un consiglio per gli esordienti: tentare tutte le strade possibili, anche quando non ci sono: inventarsele. Io mi sono studiato per bene i consigli che dava uno scrittore americano su come contattare un agente, come essere incisivi nel presentarsi, eccetera.
* Cosa studiavi alla New York Film Academy e come ti sei trovato a New York?
A New York in realtà ho fatto alcune mostre e ho dipinto molto, la parentesi cinema è stata breve, seppur molto intensa, e ho realizzato alcuni cortometraggi in pellicola. Torno spesso a New York, ci sono appena stato tre mesi e ho molti amici che mi fanno sentire come a casa.
* Rimandendo in tema, quali sono i tuoi film preferiti?
“2001 Odissea nello spazio”, “Pulp fiction” e “Fitzcarraldo”, per dire i primi 3 che mi vengono in mente.
*Sei un artista visivo, e la copertina di “Cosa ti cade dagli occhi” sei stato tu a realizzarla, oltre che i disegni all’interno del romanzo, parlaci un pochino di questa tua altra passione?
L’arte è una passione ed è la mia professione. Ho sempre dipinto e da quando avevo 24 anni ho cominciato a fare mostre. La copertina del romanzo è la foto di una mia scultura che è stata esposta in Francia ed è stata riprodotta su riviste specializzate in tutto il mondo. Scrivere un romanzo e inserirvi all’interno dei miei disegni era per me un sogno: riuscire a fondere le cose che amo più fare nella vita. (sorride)

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Intervista svoltasi nei primi giorni del 2010.

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