martedì 25 dicembre 2012

Un regalo di Natale

A partire da oggi, martedì 25 dicembre 2012, sarà scaricabile gratuitamente da amazon.it, bookrepublic.it e tutti i maggiori store il mio romanzo Odio gli italiani!

Uscito per le le edizioni Il Foglio nel 2010, è un libro a cui sono molto affezionato perché mi ha dato fiducia nel mondo letterario, un mondo che sembra chiuso e distante anni luce dalla vita che viviamo ogni giorno.

Scaricatelo e fatemi sapere, eh.

mercoledì 19 dicembre 2012

Atletico minaccia football club di Marco Marsullo

A meno che il mondo non finisca dopodomani, il 15 gennaio uscirà Atletico minaccia football club di Marco Marsullo nella collana BIG di Einaudi.

Tramite Internet, il giovane autore classe 1985 (ho precisato l'anno di nascita perché i giornali parlano di scrittori giovani anche quando hanno 40 anni...), mi è stato subito simpatico, e la stessa sensazione l'ho avuta dal vivo quando l'ho incontrato al Pisa Book Festival - riguardo l'autore, c'è una foto qui in basso; riguardo il festival, ho fatto un video.

Marco su Facebook lunedì ha scritto: Due anni passati ad aspettare, a stare concentrato col sorriso mentre tutto intorno a me succedeva. Due anni in cui sono cresciuto, mi è cambiato il mondo, mi sono esplose emozioni, persone. Due anni di fight club personale che mi hanno fatto capire che aspettare è la cosa più difficile di questo mondo, ma che ti rende un leone pronto a colpire nel centro esatto della fiamma. Se sono la persona che sono lo devo anche a questi due anni. E adesso che manca poco i battiti salgon
o e l'emozione pure. Che vi devo dire: è il mio primo romanzo, non dirò che gli voglio bene come a un figlio e stronzate del genere. Vi dirò che l'ho odiato e amato, ne sono rifuggito e l'ho atteso. Ma soprattutto: ne sono orgoglioso.
"Atletico Minaccia Football Club", Einaudi Stile Libero, gennaio 2013.
E citando il mio amico Francesco: "in faccia ai maligni e ai superbi il mio libro scintillerà".

Mi sa tanto che io questo libro me lo farò regalare per il mio compleanno, il 27 gennaio.

martedì 18 dicembre 2012

8x8, il concorso giusto per gli aspiranti scrittori

Il racconto è la sintesi di una vita
e insieme la vita sintetizzata.
Julio Cortázar


Dopo il successo della prima, della seconda, della terza e della quarta edizione (oltre 2000 racconti racconti pervenuti, vari scrittori sotto contratto e pubblicati) riparte 8x8 con tante novità, nuovi editori e tanta voglia di emergere.
8x8, lo sapete, è un concorso letterario diverso dagli altri. Qui si vince null’altro che qualche buon libro e si ha la possibilità di essere letti e ascoltati dagli addetti ai lavori. L’idea è dare importanza al confronto tra scrittori, editor e lettori.

Il concorso funziona così: otto scrittori per ogni serata, otto minuti ciascuno per esprimere la propria inedita creatività, ottomila il massimo di battute per ogni racconto.
Il concorso è rivolto ad autori esordienti e no.
Una doppia giuria (popolare e di qualità) stabilirà il vincitore di ogni serata. I premi consisteranno in libri messi a disposizione dalla casa editrice madrina (di cui verrà esposta una selezione del catalogo) della serata.
La giuria popolare sarà composta dal pubblico presente in sala mentre la giuria di qualità da esperti e professionisti del mondo dell’editoria.

Le serate romane (26 febbraio, 12 marzo, 26 marzo, 9 aprile) si svolgeranno in un locale in via di definizione; la serata milanese (fine aprile) si svolgerà presso La Scighera, via Candiani, 131.
La competizione sarà di volta in volta introdotta da una lettura di uno scrittore affermato.

Le case editrici madrine di questa edizione saranno: 66thand2nd, Voland, nottetempo, elliot, la rivista-libro Watt e altre che devono confermare.

sabato 15 dicembre 2012

I migliori romanzi del 2012, secondo gli scrittori

Visto che una marea di giornalisti stanno scrivendo a destra e sinistra le loro classifiche personali su quanto di meglio è uscito nel 2012, io ho deciso di rivolgermi direttamente agli scrittori che - magari, ho pensato - non devono per forza fare marchette agli editori per farsi pubblicare il loro romanzo nel cassetto. Magari, eh...

Comunque, dopo esser andato figurativamente a bussurare sulle porte di romanzieri nostrani, ho ottenuto le seguenti risposte:
  • Limonov di Emmanuel Carrère è stato amato sia da Tommaso Pincio che Sandro Veronesi.
  • I re del Mondo di Don Winslow, è la preferenza del bestesellerista e traduttore Alfredo Colitto.
  • Limbo della Mazzucco è stata la scelta di Claudio Volpe, autore che quest'anno si è affacciato al premio Strega col sostegno di Dacia Maraini.
  • Leviathan, la trilogia di Scott Westerfeld ha ricevuto i voti di Mario De Martino. Ora speriamo che qualcuno ripubblichi i romanzi precedenti di questo autore (Westerfeld). 
  • Stoner ha scosso l'autore che ha vinto il premio Tropea 2010 con La sinfonia del tempo breve (romanzo che mi è sembrato una fiaba moderna), Mattia Signorini.
  • Nel tempo di mezzo di Fois ci viene suggerito da Patrick Fogli.
  • 1Q84 del candidato al Nobel Haruki Murakami viene scelto da Gianluca Morozzi.
  • 22/11/63 di Stephen King per Leonardo Patrignani, anche se è un libro di fine 2011. Quest'anno lo sta intrigando Il seggio vacante della Rowling, ma ancora non ha finito di leggerlo.
  • Il tempo è un bastardo di Jennifer Egan (la vincitrice del Pulitzer 2011) è per la super elogiata Maria Paola Colombo il libro del 2012.
  • Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka è il libro consigliato da Rosella Postorino. Non so se è il migliore, dice l'autrice de L'estate che perdemmo Dio, ma di certo è uno dei più originali.
  • Open di Agassi (e scritto con l'aiuto del premio Pulitzer J. R. Moehringer) è stato il preferito di Chiara Moscardelli, che poi si è subito pentitata dicendo: "Però ne sono usciti altri altrettando belli."
  • Open ha preso anche Sacha Naspini, così come Sacré Bleu di Christopher Moore (lo devo leggere quanto prima!) e Esercizi sulla madre di Carrino.  Ieri abbiamo fatto le 5 di notte discutendo su quale fosse il migliore, e non ne siamo venuti a capo. Così, giusto perché è lui e perché questo è un blog, non un giornale, quindi faccio preferenze, ho deciso di scrivere tutti e tre i titoli.
Sono andato a rompere le scatole anche a quale autore straniero, e alle fine hanno risposto solo loro due, peraltro l'anno fatto scavalcando qualche regoletta:

giovedì 13 dicembre 2012

Topipittori: 20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino

Topipittori: 20 buone ragioni per regalare un libro a un bambin...: Pe rché se è   piccolo , diventi grande e, se è grande , torni piccolo . Perché un libro è leggero , anche se pesa . Perché un libro ...

Cliccate sul link e andata alla pagina Topipittori, ne vale la pena.

martedì 11 dicembre 2012

Libri letti in contemporanea

Quelli in foto sono i libri che leggo in contemporeanea in questo momento. Sono tanti? Contate che mancano gli eBook e alcune letture che mi sono programmato per le prossime settimane.

C'è voluto poco per rendermi conto che devo darmi una regolata, che non posso continuare ad ammucchiare letture su letture. Passino i racconti, dato che si possono leggere un po' alla volta, però non posso portare avanti tutti questi romanzi come se stessi seguendo una decina di serie tv.

Ci vuole una regola, una semplice e non troppo complicata da rispettare perché altrimenti sarò costretto a cambiarla.

Ho disposto tutti i libri che sto leggendo sul comodino e ho deciso che non potrò più accumulare letture per formare una piramide, ma che dovrò via via portar via (quanti diavolo di "via" in questa frase!) i tasselli per trasformare la pila in una distesa più o meno pianeggiante.

Facendo in questa maniera potrò leggere sei libri in contemporanea invece degli attuali venti.

Voi come siete messi? Conosco gente che non inizia un nuovo libro finché non finisce quello precedente... Io non sono proprio in grado.

lunedì 10 dicembre 2012

The Joy of Books, lo splendido video di una libreria di Toronto

C'è questa libreria di Toronto che ha fatto un video che merita d'esser visto. Dopo averlo visto avrete una voglia matta di andare sino a Toronto per entrarci dentro, ve lo assicuro.

Type Books
883 Queen Street West
Toronto, Ontario

giovedì 6 dicembre 2012

Addio a Paolo Zanotti, autore di "Bambini bonsai"

Oggi ci lascia Paolo Zanotti, l'autore di Bambini bonsai (Ponte alle grazie, 2010).

Non mi è solito parlare di libri e autori che non ho letto, ma quando una persona scompare è diverso. Mi sembra quasi giusto dargli una mano per farlo rimanere un altro po' in vita attraverso i suoi libri.

Quindi, a seguire, la biografia di Paolo presa da Wuz e la sinossi di Bambini bonsai.

Paolo Zanotti è nato a Novara nel 1971. Si è laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove poi ha discusso una tesi di dottorato su Italo Calvino e la letteratura inglese. È stato professore a contratto di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Modena e Reggio Emilia (a.a. 2001-2002), assegnista di ricerca di Letterature comparate presso il Dipartimento di italianistica dell'Università di Bologna (2002-2005), borsista post-doc presso il Centre de Recherches sur les Littératures Modernes et Contemporaines dell'Università "Blaise Pascal" (Clermont-Ferrand).
Ha pubblicato un libro sul romanzo d'avventura (Il modo romanzesco, Laterza 1998), uno sulla letteratura per l'infanzia (Il giardino segreto e l'isola misteriosa, Le Monnier 2001), uno sulla storia culturale dell'identità omosessuale (Il gay, Fazi 2005). Ha inoltre curato il volume Contaminazioni (Le Monnier 2005), l'antologia Classici dell'omosessualità (Rizzoli 2006) e tradotto il Ricordo di Fleeming Jenkin di Robert Louis Stevenson (Sellerio 1996). Suoi racconti sono apparsi sulle riviste "il Caffè illustrato" e "Nuova Prosa" e nell'antologia Best off (minimum fax 2005). Il suo romanzo d'esordio è Bambini bonsai (Ponte alle Grazie, 2010).


In un futuro non così remoto, i bambini sono creature diafane e solitarie, costrette a ripararsi dal sole perenne e feroce, ricche di una fantasia acutissima, a noi sconosciuta. Pepe è cresciuto in una baraccopoli ai margini di Genova, alle prese con una madre soavemente irresponsabile e un padre smarrito nelle droghe musicali. Per anni sue confidenti sono state le antiche figure borghesi del cimitero di Staglieno e una vecchia zia eccentrica, ultima testimone della scomparsa dei gabbiani. Ma Pepe adesso scruta i cieli, sa che il momento è vicino: tra poco non sarà più solo, dopo anni di calura sta per tornare la grande pioggia. Un evento così catastrofico che la vita ordinaria sarà sospesa, gli adulti si rifugeranno in letargo nelle loro stanze, e i bambini potranno invece avventurarsi liberi per le strade del mondo. Assieme a Primavera, compagna precoce e ficcanaso, Pepe è finalmente pronto a partire per il viaggio di tutta una vita. Non sa ancora che nella pioggia troverà l'appuntamento struggente e definitivo con Sofia e Petronella, l'amicizia, il mare, la morte, la ribellione, l'amore. Non sa ancora che in quelle poche settimane si giocherà per intero il senso del suo destino.

In giro per il web ho notato che ci sono parecchie recensioni positive, e probabilmente accadrà che questo libro me lo leggerò anche io.

mercoledì 5 dicembre 2012

La BBC metterà in onda una serie tv tratta da "Il seggio vacante"

Il seggio vacante, il libro per adulti della Rowling, uscirà domani in tutte le libreria italiane a qualche mese di distanza dall'uscita inglese, ma già si parla della serie televisiva che verrà tratta da questo romanzo, infatti la BBC ne ha appena acquistato i diritti e la Rowling si è dichiarata felicissima!

La messa in onda avverrà nel 2014, e a breve inizierà il casting. Voi chi vorreste?, e nel ruolo di chi?

Fonte: http://www.hollywoodreporter.com/news/jk-rowlings-casual-vacancy-tv-396696



giovedì 29 novembre 2012

"La famiglia Fang" e "Dannazione"

Partiamo da La famiglia Fang, libro che mi attirato nonostante l'orribile ma perfetta cover. Infatti mi ha subito trasmesso qualcosa che mi ha fatto pensare: "Forse questo libro è adatto a me", dopotutto le storie famigliari mi piacciono, forse perché mi ricordano la mia strana famiglia...

Comunque, La famiglia Fang è una storia molto originale - perlomeno io di simili non ne ho lette - i cui capitoli si alternano tra il passato e il presente dei protagonisti. Questa alternanza non segna solo una differenza temporale, ma una sostanziale differenza d'eventi: nei capitoli riguardanti il passato l'autore, Kevin Wilson, racconta le opere artistiche, gli scherzi e gli altri eventi che la famiglia Fang svolgeva insieme, di gruppo; in quelli presenti invece la storia viene mandata avanti.

Wilson ha scritto una storia particolare, che non si dimentica, a cui su Goodreads avrei voluto dare 3 stelline e mezzo, che ho poi trasformato in 4 dato che il "mezzo" non si può dare.

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Io sono tra quelli che adarono Chuck Palahniuk, e di certo non mi vergogno ad ammetterlo.Tra i suoi libri quello che ho amato di più è Soffocare, e da allora almeno una volta l'anno un suo libro lo leggo. Dannazione con Soffocare c'entra come i cavoli a merenda, però è di un'originalità da far venire i brividi: una bambina che finisce all'inferno, cosa tecnicamente non possibile - e che io stesso sto sfruttando in un romanzo per i più giovan.


Era da almeno un anno che volevo comprarmi questo romanzo. Infatti mi ricordo ancora la prima volta che lo vidi in libreria, in Galeria Krakowska (vivevo a Cracovia), e la cover americana che catturava i miei occhi senza volerli lasciare andare.


A lettura terminata non mi sento come quelli che vogliono scagliare una pietra contro l'autore (ho letto recensioni pessime, in giro), però non sono nemmeno tra quelli esaltati. È un libro decente, senza troppe preoccupazioni. Un buono svago.

A poor writer life, un resoconto dal Pisa Book Festival


domenica 11 novembre 2012

L'importanza del nome del traduttore in copertina

Qui davanti a me ho due copie di Delitto e castigo, una pubblicata negli Oscar Mondadori e una da BUR (Biblioteca Universale Rizzoli). La prima è stata tradotta da Serena Prina e la seconda da Silvio Poliedro.

Lo scopo di questo post è quello di sensibilizzare i lettori riguardo queste figure importantissime, e adesso vi faccio vedere perché vorrei vedere i loro nomi in copertina; mi basta il primo paragrafo del libro.

Tradotto da Serena Prina nel 1994
All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K.

Tradotto da Silvio Poliedro nel 1983
Al principio di luglio, con tempo caldissimo, verso sera un giovane scese dalla sua stanzuccia, che aveva in subafitto nel vicolo di S., sulla strada e lentamente, come irresoluto, si diresse verso il ponte di K.

Ora, come avete notato, entrambi i traduttori pur cercando di dire la stessa cosa la dicono in maniera diversa. Ad esempio, in quella di Prima ci sono ben due avverbi e in questo caso di Stephen King si mangerebbe le mani, nella seconda c'è una parola come "stanzuccia" che a me - e qui uso un avverbio - personalmente fa vomitare. E ho da ridire anche sul finale della frase, che io ci vedo una bella differenza tra "il ponte K." e  "il ponte di K." Ci sono ulteriori differenze, ma non mi va di proseguire in un'analisi che potete benissimo fare da soli.

Insomma, voi quale delle due traduzioni preferite? E adesso, li volete o no i nomi dei traduttori sulle copertine dei vostri libri?

PS: c'è un motivo per cui ho scritto l'anno di traduzione, rifletteteci.

giovedì 8 novembre 2012

La splendida penna di Lorenza Ghinelli racconta il mestiere di scrivere

Il suono delle parole scritte da Lorenza Ghinelli vibra piacevole e riconoscibilissimo in ogni suo libro; una melodia avvolgente, ipnotica, in grado di inserire colori vivi e forti tra le lettere stampate nero su bianco. Potrebbe persino accadere di dimenticarsi della storia in sé perché folgorati da questo quadro che prende forza sotto i nostri occhi. Per entrare in questo stato d’animo non c’è nemmeno bisogno di iniziare a leggere il primo capitolo del suo ultimo romanzo, La Colpa, basta soffermarsi sulla dedica: “A Bri, che sovvertì un’estate violenta a colpi di colore”, una frase forte, quasi fosse un pre-prologo, un amo pronto a catturare l’ignaro lettore che dovesse casualmente trovarsi tra le mani questo romanzo in libreria.
La Colpa è uno di quei romanzi che una volta letti vorresti andare a stringere la mano all’autrice, curiosare un po’ nella sua vita, conoscerla, ed è per questo che sono sorte spontanee alcune domande:
Di solito scrivi di getto o lavori a una storia per diversi mesi?
La stesura di un libro è molto simile, per me, a una gestazione. La storia mi abita per anni, anni in cui non tocco la pagina bianca, poi, quando decido di affrontarla, in genere sono un fiume in piena. Ad ogni modo prima aspetto che la storia si formi dentro me. La stesura mi richiede comunque diversi mesi.
Nel caso specifico de La Colpa, come si fa a scrivere e quindi mandare avanti un romanzo senza lasciarsi travolgere dalle emozioni? Ad esempio in molti cambiano canale quando al telegiornale sentono parlare di abusi sui bambini…
Non lasciarsi travolgere dalle emozioni è impossibile, ma è necessario imparare a gestirle, altrimenti la narrazione rimane autoreferenziale, e questo sarebbe letale. Per trasmettere quello che desidero devo prima di tutto conoscerlo, e conoscere davvero qualcosa significa avere in gran parte superato quella soglia capace di ricatapultarti in un dolore sordo. Il mio romanzo parla anche di abusi, ma soprattutto indaga strade possibili per frantumare le catene di violenza con cui alcuni dei miei personaggi sono stati allattati.
La Colpa (se mi ricordo bene) l’hai scritto tra la pubblicazione de Il divoratore per Il Foglio e la ripubblicazione per Newton Compton. Hai qualche ricordo particolare di quel periodo? Come sei arrivata a questa storia?
Quando pubblicai Il Divoratore per la Newton, La Colpa era già conclusa. La terminai quando vivevo ancora a Rimini e lavoravo come educatrice sociale. Era una storia che mi abitava da tempo, i romanzi sono una cosa privata, anzi, privatissima, le storie che portano a galla vengono per stanare le nostre parti più oscure, quelle che nel quotidiano troppo spesso siamo costretti a soffocare, o quanto meno a sedare. La narrativa è per me uno spazio immenso di libertà e riflessione, una disciplina per educare il pensiero, l’unica che accetto. Quindi, a differenza di qualsiasi altro campo in cui sperimento la scrittura, le storie dei miei romanzi mi vengono a cercare. A quel punto ho solo due strade. O fuggo, o mi calo nel fondo di me stessa.
 Il divoratore era stato venduto in sette nazioni prima ancora che Newton Compton inondasse le librerie nostrane, per La Colpa invece la vendita dei diritti all’estero come sta andando? Essere arrivata in finale allo Strega aiuta in questo senso?
Prima di vendere La Colpa all’estero bisognerà vedere come procedono le vendite de Il divoratore nei vari paesi che lo hanno acquistato. È ancora presto, staremo a vedere.
 Qualche anticipazione riguardo il prossimo romanzo?
Ti dico solo che lo sto scrivendo con un entusiasmo folle, tutte le volte che lavoro a un romanzo penso di metterci tutta me stessa, con questo sto scoprendo invece quanto di me io abbia lasciato fuori negli altri. Lo sento veramente come il mio romanzo più completo. È spero che il prossimo a cui lavorerò metta in crisi quanto ho appena affermato.
Sui giornali si parla quasi esclusivamente di Ghinelli scrittrice di romanzi, e proprio per questo motivo vorrei darti occasione di fare il punto su Ghinelli scrittrice di sceneggiature. Ti andrebbe di dire qualcosa?
Mi sono formata come sceneggiatrice, ti parlo proprio del mio percorso di studi, ma per quanto sappia scrivere sceneggiature, e la cosa mi diverta, la narrativa resta l’unica disciplina che veramente amo in modo totalizzante. Mi permette tempi e profondità impensabili altrove. Un’altra cosa che adoro fare è condurre corsi di scrittura, lo scambio che si crea, le visioni del mondo che si mescolano e si confrontano sono sempre speciali. E torno a casa con un entusiasmo rinnovato. In un certo senso riesco a conciliare la mia formazione come educatrice sociale con quella di narratrice.
 Dopo il successo della serie Il tredicesimo apostolo, ora stai collaborando anche alla seconda stagione?
Per la seconda stagione ho avuto il piacere di firmare una puntata assieme al mio amico e collega Filippo Kalomenidis, quest’inverno la potrete gustare.
Hai visto su Youtube la parodia degli sceneggiatori di Lost? State veramente seduti intorno a un tavolo a tirar fuori idee pazze e visionarie, o è solo un’idea che si fa lo spettatore? Com’è la giornata tipo dello sceneggiatore?
Quando lavoravo in Taodue con Editor interna e sceneggiatrice a tempo strapieno, era facile che si creassero atmosfere simili a Boris, ma ciò non era dovuto mai alla mancanza di professionalità del team, quanto piuttosto al dovere rispettare per contratto orari rigidi e fissi. In ogni mestiere si dovrebbe avere l’opportunità di produrre al massimo quando le idee ci sono, il restante tempo, soprattutto nei mestieri creativi, andrebbe dedicato allo studio e alla ricerca, da svolgersi rigorosamente in privato. Altrimenti il rischio è produrre storie tutte uguali. L’artista beve dal mondo, non può vivere murato in una casa di produzione.
Prima per fare questo lavoro eri di stanza a Roma, ora sei tornata a casa. Si riesce a lavorare bene anche a distanza?
Quest’anno, in seguito alla mia candidatura allo Strega e alle presentazioni quasi quotidiane del mio romanzo, ho dovuto compiere una scelta, e la mia scelta è stata quella di dedicarmi a tempo pieno alle mie idee. Proprio per questo non lavoro più come editor interna, non sono in grado di garantire una presenza quotidiana. Lavoro quindi come freelance, e la cosa, credimi, mi esalta. Con tutti i rischi che comporta, come l’assenza di uno stipendio fisso, per esempio. La vita che voglio fare mi impone diversi piccoli lavori, racconti su commissione per esempio, sceneggiature, articoli, lezioni. E un tempo infinito per raccontare le mie storie, studiare, imparare. Sono sempre stata un po’ selvatica, Roma in questo senso non potrà mai essere casa mia. Vivo a due passi dalla valle del marecchia, ho bisogno del mio wild selvatico quotidiano. Quindi, per rispondere alla tua domanda, non riesco a lavorare bene a distanza, e siccome lavorare, per me, significa scrivere, ho sentito la necessità di tornare a casa. Qui, distante da Roma, lavoro benissimo.
Si sa qualcosa dell’adattamento cinematografico de Il divoratore? Inoltre mi chiedevo: hai mai provato a scrivere una sceneggiatura per un film originale completamente frutto della tua penna?
A questa domanda risponderò tra due o tre mesi, ci sono cose che bollono in pentola…

Acquista La Colpa: cartaceo o eBook.
Acquista Il Divoratore: cartaceo o eBook.

Di recente ho parlato anche de Il cantico dei suicidi, un racconto di Lorenza pubblicato da Newton Compton. Per leggere il post, clicca qui.

Intervista da me originariamente scritta per il settimanale Fuori Le Mura.


domenica 21 ottobre 2012

"L'uomo di Bogotà", un mini racconto di Amy Hempel

La polizia e quelli del pronto intervento non cavavano un ragno dal buco. La voce implorante del consorte non ottiene l'effetto sperato. La donna resta sul cornicione, ma minaccia, non ancora per molto.
Immagino che tocchi a me convincerla a scendere. Vedo la scena, che si svolge così.
Le parlo di un uomo di Bogotà. Era una persona ricca, un industriale che era stato rapito a scopo di estorsione. Non era un telefilm: la moglie non poteva telefonare alla banca e procurarsi un milione di dollari in ventiquattro ore. Ci sarebbero voluti mesi. L'uomo era malato di cuore, e i rapitori dovevano tenerlo in vita.
Stai a sentire, dico alla donna sul cornicione. I sequestratori lo fecero smettere di fumare. Gli cambiarono la dieta e lo costrinsero a fare ginnastica tutti i giorni. Lo tennero così per tre mesi.
Una volta pagato il riscatto, l'uomo venne rilasciato e fu visitato da un medico: questi lo trovò in ottima salute. Racconto alla donna quello che disse il medico: il rapimento era la cosa migliore che potesse capitare a quell'uomo.

Forse non è una storia che convince la gente a scendere dai cornicioni. Ma la racconto pensando che la donna sul cornicione si farà una domanda, la stessa domanda che si fece l'uomo di Bogotà. Come facciamo a sapere che quello che ci succede non si una bene?

 L'uomo di Bogotà è tratto dalla raccolta Ragioni per vivere (Mondadori).

Secondo me le raccolte di racconti sono le perfette letture da bagno. Vai lì, ti piazzi quei cinque minuti sulla tazza e ti godi una storia. Piacevole e soddisfacente a un tempo.

giovedì 11 ottobre 2012

Mo Yan vince il premio Nobel per la letteratura

Al momento dell'annuncio del premio Nobel per la letteratura il sito nobelprize.org è andato offline... forse saranno state le troppe visite in contemporanea, o forse gli americani o i giapponesi hanno deciso di farlo saltare perché la vittoria è andata a un cinese invece che a Roth o Murakami chi lo sa.

Fatto sta che io Mo Yan prima di oggi non l'avevo mai sentito nominare, né mi ero accorto di lui sugli scaffali delle librerie nostrane. Così - come tutti, credo - sono andato su Wikipedia e ho letto che Mo Yan è lo pseudonimo letterario di un tizio che in realtà si chiama Guan Moye, e che Mo Yan significa "colui che non vuole parlare", quindi mi sono immaginato presentazioni in libreria dove lui sta muto e parla a gesti, o dove lui interpreta se stesso, e cioè Guan Moye, e parla in terza persona... - sono malato, lo so.

Insomma, in Italia i suoi libri sono pubblicati da Einaudi e uno da Nottetempo. Einaudi non ho idea di quanti premi Nobel abbia nel suo catalogo, devono essere davvero tanti! E in questo momento sto immaginando i rulli di stampa lavorare a tutta forza per consegnare le ristampe in libreria entro la prossima settimana, senza contare il fatto che non si degneranno di regalarci un'edizione economica perché se non vendono quella "normale" in queste occasioni, quando la vendono?

Il suo libro che in Italia ha venduto più di tutti pare sia Sorgo rosso, un romanzo di quasi cinquecento pagine la cui sinossi afferma: Un affresco fiammeggiante di storia cinese, dagli anni Trenta agli anni Settanta, raccontati da un giovane della provincia che ripercorre i drammi, gli amori, i lutti della propria famiglia. Un romanzo che per la sua forza mitica e immaginativa è stato avvicinato a "Cent'anni di solitudine". 

Le recensioni che si trovano in giro sono molte positive, ad esempio un tizio su ibs dice: Un capolavoro: stupefacente l'abilita nella descrizione di paesaggi e luoghi, carica di struggente lirismo, cosi' pure nell'introspezione psicologica ottenuta usando sempre come ingredienti i fatti della natura, le sue manifestazioni esteriori. Lirismo e crudezza si mescolano sconvolgendo il lettore. Libro anticristiano, nel senso che e' privo di morale del perdono, del premio divino e della ricompensa...Gli attori della narrazione sono come spighe di sorgo contro un vento tenace, che amano, odiano, soffrono in un eterno presente.  

venerdì 5 ottobre 2012

Arrestata Yoani Sánchez

Si sapeva che sarebbe accaduto, e purtroppo è successo: la blogger Yoani Sánchez è stata arrestata.

Lei e suo marito Reinaldo Escobar, sono stati arrestati ieri a Bayamo “per impedire il teatro in occasione del processo” allo spagnolo Corromero. Per saperne di più, leggete l'articolo del traduttore ufficiale di Yoani Sànchez in Italia, Gordiano Lupi, su La Stampa.

Gordiano Lupi, oltre a svolgere questo lavoro, è l'editore de Il Foglio Letterario (quindi il mio editore) e ha scritto la biografia  Per conoscere Yoani Sànchez. Sino al momento dell'arresto Gordiano si sentiva con Yoani quasi quotidianamente, quindi all'interno non vi sono fesserie o accuse "alla cubana".

Sempre Gordiano, questa volta per Rizzoli, ha tradotto Cuba libre. Vivere e scrivere all'Avana, libro che vi consiglio per scoprire come è la situazione da quelle parti, e in questo caso potrei consigliarvi anche Adios Fidel. All'Avanza senza un cazzo da fare di Alejandro Torreguitart  Ruiz (altro autore pubblicato in Italia da Il Foglio).

Aggiornamento a cura di Gordiano Lupi alle 20 di oggi, venerdì 5 ottobre 2012:
Fariñas è stato rilasciato. 
Yoani e il marito sono ancora in stato di fermo. 
Il suo cellulare non è raggiungibile. 
Twitter è fermo da ieri.

lunedì 24 settembre 2012

Finalmente una data d'uscita per il nuovo libro della Rowling

Finalmente si conosce la data d'uscita italiana di The Casual Vacancy e l'editore: il 6 dicembre per Salani. E ce ne è voluto di tempo, fin troppo, che dopotutto un fan con una conoscenza di base dell'inglese a quest'ora potrebbe pure esser finito su  amazon o su qualche altre sito per acquistarlo in lingua originale dato che tra tre giorni esce nel resto del mondo.

Il titolo italiano ancora non si sa, la quarta di copertina ancora non è stata scritta e la traduzione del libro non è ancora stata ultimata, dice la Salani sul loro sito.

Be', voi aspetterete che esca in italiano?

giovedì 20 settembre 2012

Pagalamòssa! di Sacha Naspini

Il 3 ottobre la ricetta per "svoltare la giornata" sarà la seguente: un paio di click del vostro fedele mouse, meno soldi di un pacchetto di sigarette ma poco più di uno di gomme, un eReader e l'eBook  Pagalamòssa! sarà la vostra portata principale a tavola! 

Il sapore sarà squisito e allo stesso tempo delicato, però essendoci dei bambini di mezzo, due per l'esattezza, voleranno cazzotti. Ciò accadrà sopratutto se uno dei due farà un movimento impercettibile che scaturirà nell'obbligatoria penitenza: un destro, un sinistro, e ancora e ancora sino a che le regole di Pagalamòssa non saranno rispettate. Dalle regole non si sfugge.

La trama del racconto di Sacha Naspini non ve la dico, sappiate solo che si basa su due bambini, su questo gioco e su un hotel in costruzione - hotel che, come ci spiega l'autore sul suo sito, fa parte di uno spin-off al contrario del suo prossimo romanzo Come d'ottobre.

Comunque quando si tratta di grandi scrittori non si parla solo di raccontare storie, ma di avere una voce, una voce che spicchi e risulti unica, esaltante, completa; che poi è quello che gli editori cercano, ed è anche per questo motivo che è così difficile venir pubblicati. Sacha questa voce, una sua voce, ce l'ha. E questa voce la si riconosce nelle sue storie, e dopo averne letta una la si riconoscerà in quelle successive senza neanche leggere il nome dell'autore sulla copertina del libro. Semplicemente, dopo una pagina il pensiero sarà: Questo è Sacha.

Vi consiglio di leggere Pagalamòssa! per farvi un'idea, e poi sono sicuro che vorrete passare ai suoi romanzi per espanderla come un sorriso che si trasmette da volto a volto, magari facendo il giro del mondo - e qui strizzo un occhio agli editori stranieri nella speranza che un giorno lo traducano.

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mercoledì 19 settembre 2012

Il cantico dei suicidi di Lorenza Ghinelli

E alla fine è successo, ho acquistato per la prima volta un eBook - quindi immaginate un po' come avevo rimediato gli altri...
È un racconto della grandissima Lorenza Ghinelli, Il cantico dei suicidi, uscito un paio di settimane fa per Newton Compton.

A dirla tutta, pensavo che il mio primo acquisto sarebbe arrivato il 3 ottobre all'uscita di Pagalamòssa, un racconto di quel diavolo dal pizzo bianco Sacha Naspini. Invece Lorenza è arrivata prima e mi ha fregato. 0,49 centesimi sono ben disposto a spenderli per un file.

Le parole di Lorenza sono potenti, e inoltre si riconosce subito che sono le sue, il suo stile ingarbugliato, ordinato e splendido a un tempo. Questo racconto, esattamente come il romanzo La colpa, è articolato principalmente in due anni (qui sono il 1957 e il 2006) che servono ad apprendere come i protagonisti della storia siano diventati quel che sono oggi (2006) e ovviamente a capirli meglio.


Parlando con Lorenza ero venuto a sapere che agli inizi, quando ancora non era famosa, quando probabilmente Il divoratore non era ancora uscito per Il Foglio, né per Newton Compton, insomma ero venuto a sapere che lei scriveva tantissimi racconti e li inviava a destra e manca. Quindi ero davvero curioso di leggere queste 50 pagine.

Il bello è che l'autrice avrebbe potuto raccontare una storia di fantasmi nel senso fisico della parola, per quanto possa suonare strano... Invece lei ha preferito essere più sottile, meno scontata, dunque i fantasmi ci sono, ma sono legati a un posto, un campo. Non li si vedono, ma influenzano la vita dei personaggi de Il cantico dei suicidi.

Lo so, in pratica non vi ho detto la trama. Ma è un racconto, costa solo 0,49 €; un piccolo investimento lo potreste fare, no?

lunedì 17 settembre 2012

E così sono arrivato a "Massacro" di Darren Shan

Tempo addietro, per l'esattezza quasi un anno fa, lessi il libro Scrivere libri per ragazzi di Manuela Salvi - sì, tra le mie aspirazioni c'è anche quella di fare romanzi per bambini, e sì, quel libro è stato utile - e nonostante in un paragrafo dicesse qualcosa tipo «ai bambini si può parlare di tutto», io non ne ero proprio sicuro. La precedente frase la mettevo in dubbio pensando: Ok, ma se hai bambini si può parlare di tutto, come vanno trattati certi argomenti? Fino a che punto mi posso spingere a dire certe cose e come devo dirle?

Così scrissi all'autrice spiegandole la mia situazione (il tipo di romanzo che stavo cercando di scrivere) e lei mi consigliò di leggere la saga Demonata di Darren Shan, lo stesso autore che di recente è arrivato al cinema con Aiuto vampiro, un film che raccoglie tre libri originariamente pubblicati da Mondadori nella collana Superbrividi.

Dopo una breve ricerca su Internet mi ero accorto che: (1) Demonata era composta da parecchi libri autoconclusivi anche se collegati tra loro; (2) questi libri erano finiti nei remainders, e quindi erano scontati dal 50 al 65%; (3) i volumi dal 7 al 10 in Italia non erano mai usciti - ma qui devo controllare se questi tre  sono stati pubblicati nella collana Superbrividi e non nell'edizione a parte che possiedo io, però ho poche speranze.

Non mi sono lasciato scoraggiare e ho acquistato in blocco i sei volumi disponibili. I primi due, Il signore dei demoni e Rapito dal demonio li ho letti in maniera didattica, e i pensieri sono stati: ah, ok, un bambino di 8 anni può leggere un libro dove la gente viene sgozzata, c'è tanto sangue, etc, etc. Quest'ultimo no. Massacro me lo sono goduto appieno

Massacro riprende la storia del bambino del primo volume - a quanto pare a Darren Shan piace scrivere in maniera alternata seguendo prima un personaggio, poi un altro - e la migliora, la espande. Ammetto di essere stato deluso da Il signore dei demoni e la sua "battaglia finale" con una serie di scacchiere che mi facevano un po' pensare a Harry Potter e la pietra filosofale. Poi invece Darren Shan - e Shan non è nemmeno il suo vero cognome :) - con Rapito dal demonio ha riconquistato la mia fiducia e ha allargato notevolmente il mondo dei Demonata. Con Massacro, infine, grazie alla conoscenza di base che si ha, più la storia che ti fa voltare pagina in continuazione, si apprezza molto di più questo mondo e si può finalmente gioire come si deve.

PS: Leggerò i seguiti e continuerò a studiare e a migliorare in questa narrativa che purtroppo ancora mi sfugge.
PPS: mi rendo conto che questo post potrebbe essere sconclusionato, ma questi sono i pensieri che al momento mi frullano per la capa

domenica 16 settembre 2012

Le cover non aiutano a vendere, fanno molto di più


Ho come il sospetto che gli autori americani autopubblicati vendano un sacco di file perché le copertine dei loro eBook sono belle a dir poco; "splendide" sarebbe una parola più adatta.

Per farvi un paio di esempi, prendo due libri che oggi sono sia nei top 100 di Barnes & Nobles che in quelli di Amazon.com, Taking Chances di Molly McAdams e Crash di Nicole Williams.

Partiamo dalla seconda perché in america è già una famosa autrice di bestseller autopubblicati. Nicole Williams ha all'attivo tre romanzi e una raccolta di racconti (questa pubblicata da una casa editrice).
Il suo primo romanzo,  Eternal Eden, aveva una copertina tutto sommato ok, ma alla fine non è che colpisse più di tanto: erano due fiori, uno nell'angolo in alto a destra, l'altro in quello in basso a sinistra (Eternal Eden al momento è scaribile gratuitamente). Poi sono usciti i seguiti e infine si è arrivati a una nuova serie i cui romanzi si chiamano Fissure e Fusion, e con questi due ha segnato la svolta in fatto di cover. Poi però la Williams è migliorata ulteriormente e si è arrivati alla serie Crash di cui la copertina a sinistra è quella del primo romanzo - il secondo si chiama Clash - e, se non l'avete notato vi manca qualche gradazione in almeno un occhio, è molto più bella di una marea di cover che ci propinano gli editori nostrani.

E mo' arriviamo alla cover di Taking Chances che in questo post l'ho sistemata in alto perché volevo fosse la prima cosa che nonotaste capitando su questa pagina. Questo romanzo secondo me segna un'ulteriore evoluzione riguardo le cover di libri autopubblicati. Con una semplice immagine si viene a sapere il genere e persino la trama! Quale miglior sistema per attirare un lettore?!
Scommetto che un sacco di gente dopo aver fior di stelline e senza leggere nemmeno una recensione, né la sinossi, l'abbia comprato. E qui magari sta il successo di questa autopubblicazione.
Molly McAdams ha vinto, punto.

sabato 15 settembre 2012

Switched (My Sister the Vampire, #1) - Sienna Mercer

Ieri è stata una giornata strana, terminata con una serie di emozioni contrastanti che, tornato a casa verso le 23, non mi hanno fatto venir voglia d'uscire per raggiungere i miei amici nonostante fosse venerdì sera. E così, dopo un'esagerata quantità di limone sugli spinaci, mi sono ritrovato a navigare su Internet per poi finire a leggere un'anteprima di qualche pagina di Switched di Sienna Mercer, non quello della più famosa Amanda Hocking.

Dopo alcuni paragrafi, nella mia testa hanno subito iniziato a circolare pensieri tipo: Mmm, un libro per bambini dagli 8 anni in su... in inglese... un'ottima maniera per passare la notte!
Qualche click ed è finito nel mio elegante Nook Touch (il mio eReader). Un minuto dopo avevo spento la luce principale della stanza lasciando accessa solo quella piccolina alle spalle della testa del mio letto, sotto le coperte mi sono dato alla lettura finché non ho finito l'intero romanzo. Saranno state le 3:40, forse.

Switched è un romanzo raccontato a due voci, quelle delle due protagoniste, Olivia e Ivy, due tredicenni inconsapevoli di essere gemelle. Olivia è la classica cheerleader acqua e sapone, tutta vestita di rosa, etc, Ivy invece è una darkettona dal trucco pesante, ovviamente si veste di scuro e non utilizza mini gonne, etc. Quando Olivia si trasferirà a Beaver Falls - no, questa è un'altra storia :) -, insomma quando Olivia si trasferirà nella nuova cittadina non si accorgerà di assomigliare in tutto e per tutto ad Ivy, ma ad Ivy qualche brivido verrà: dopotutto conosce il suo viso senza trucco.

Switched è un libro davvero scorrevole, e questo è uno dei motivi che mi ha invogliato a leggerlo tutto in una notte. Inoltre i personaggi principali sono ben caratterizzati e ti viene sempre voglia di sapere cosa andranno a combinare. La faccenda vampiresca, almeno in questo primo romanzo, è in secondo piano. E i vampiri, be', a parte essere quasi tutti darkettoni, sembrano degli innocui umani.

Da quel che ho capito, ogni libro di questa serie, My Sister the Vampire, è autoconclusivo. Non sono bene quanti la Mercer ne abbia scritti perché non mi andava di perdere troppo tempo in una ricerca approfondita, ma di sicuro 11-12 volumi li ha fatti.

Nessuno dei libri della Mercer è stato tradotto in italiano, perciò se li volete ascquistare assicuratevi di sapere almeno 300 parole in inglese, il resto le imparerete ;)

giovedì 13 settembre 2012

Roald Dahl, lettura obbligata :)

Oggi sarebbe stato il novantacinquesimo compleanno di Roald Dahl, l'autore de La fabbrica di cioccolato, Matilde, Le streghe, etc. Ma il 23 novembre 1990 ci ha lasciati, è morto, però la sua fama è cresciuta in maniera esponenziale e, nonostante tutto, inaspettata.

Questa, diciamolo, è la magia che accade quando uno o più libri vengono trasformati in film: si passa da quel pubblico composto da soli lettori - forse il 20% della popolazione - e si arriva sul grande schermo, luogo dove prima o poi quasi tutti ci buttano un occhio.

I suoi libri sono ormai diventati dei classici della narrativa per i più giovani ed io, in quanto aspirante autore anche in questo campo, mi sento in dovere di leggerli.

L'idea è di leggerne due ogni tre mesi, quindi otto romanzi da qui a un anno, e di farlo prendendo i testi in lingua originale, perlopiù.

Voi da quale mi consigliate di iniziare?

Vi consiglio di visitare: http://www.roalddahlcharity.org/

mercoledì 12 settembre 2012

Il bed & breakfast dove gli alieni vanno in vacanza

Salani editore quest'anno ha deciso di farmi spendere più di qualche soldo, e infatti almeno una volta a settimana trovo un titolo che vorrei avere nella mia libreria. Oggi questo titolo è Il bambimo che si arrampicò fino alla luna di David Almond, che ora non posso comprare perché uscirà domani, l'altro giorno era l'esordio letterario di Clete Barrett Smith, Alieni in vacanza, di cui vi parlerò perché è uscito una decina di giorni fa e quindi ho fatto in tempo a leggermi qualche pagina.

Mi dite come fate a non innamorarvi della cover qui a sinistra? Un ragazzino piantato lì sulla stradina, immobile, con un valigia in mano che viene osservato da degli esseri curvi e dalle strane forme che magari dietro quelle finestre se la sghignazzano. E poi la mezzaluna sorridente con la scritta The Intergalactic Bed & Breakfast e la scritta Alieni in vacanza  che alla lontana mi ricorda i Piccoli Brividi. Tutto davvero bello a parte, forse, la scritta romanzo che non ritengo necessaria, ma vabbè, è secondaria. Comunque ringrazio i grafici Salani o chi ha effettuato la scelta di mantenere la copertina originale senza ridisegnarla.

Ma la prima cosa che mi ha catturato è stato il titolo, Alieni in vacanza, che all'inizio la copertina non l'avevo nemmeno vista! Poi sono andato a leggere la seguente trama, et voilà, volevo il libro: Scrub farebbe qualsiasi cosa piuttosto che passare un'estate intera a dare una mano alla nonna, in un posto fuori dal mondo senza Internet né cellulare, amici o allenamenti di basket. Il suo entusiasmo, già sotto le scarpe, precipita se possibile ancora più in basso quando scopre che l'albergo gestito dalla nonna, l'Intergalactic Bed & Breakfast, trabocca di arredi fantascientifici ed è frequentato da turisti a dir poco bizzarri. All'ennesima quotidiana stranezza, la nonna è costretta a rivelare a Scrub la verità: il suo albergo ospita solo turisti alieni, che si teletrasportano sulla Terra, esclusivissima meta di villeggiatura, per trascorrere le proprie vacanze mimetizzati tra gli esseri umani. Naturalmente l'affare deve restare segreto, ma non tutti nel vicinato si fanno i fatti loro e quando lo sceriffo Tate comincia ad avere dei sospetti, Scrub dovrà aiutare la nonna a evitare una crisi diplomatica interstellare.

La prima pagina ti prende e non puoi fare a meno di andare avanti. Il protagonista viene scaricato da un taxi davanti al bed & breakfast e lui è riluttante ad entrare, e il tassista è riluttante a rimanere. Poi, nelle pagine successive, seguono una serie di stranezze: un poliziotto che fa un giro con la macchina probabilmente solo per dare un'occhiata a questo ragazzino durante la sua vacanza tra la prima e la seconda media; un signore alto più di due metri che uscito dalla pensione si mette ad annusare la cassetta postale; una specie di paparazzo che da dietro un cespuglio scatta delle foto. Infine, secondo capitolo, Scrub entra e la situazione è peggiore di quello che poteva immaginare.

Tradotto da Luca Tarenzi, Alieni in vacanza sembra uno di quei titoli che si leggono tutto d'un fiato e con alla spalle una storia originale, e quindi da comprare. Oppure me lo potreste regalare voi, no? :) 

giovedì 6 settembre 2012

Per ogni libro letto, 4 giorni in meno di carcere!

In Brasile, signori, sono avanti! 4 giorni di carcere in meno sino a 48 giorni l'anno per ogni libro letto, cioè 12 libri l'anno, uno al mese. Una cosa fattibile, non credete?

L’idea è così azzeccata, così pertinente, che poteva venire in mente solo a chi ha conosciuto la geometrica afflizione del carcere, il rumore delle serrature, i fantasmi della solitudine. E infatti è stata Dilma Rousseff a idearla. Che molto prima di diventare l’attuale presidente del Brasile è stata incarcerata per tre anni, dal 1970 al 1972. Era la cupa stagione dei generali. Dilma, studentessa di famiglia borghese era entrata nella guerriglia, era stata arrestata a San Paolo con un’arma addosso, aveva subito ventidue giorni di tortura. Da allora non ha mai dimenticato quanti abissi contengano quelle mura. Quanto buio. E quali piccole vie d’uscita possano trasformare i reclusi in «persone migliori».
Il libro è una di quelle vie d’uscita. Perché apre mondi immaginari. Racconta vite vere. Insegna che il destino è multiplo, la malasorte ondivaga, l’odio può essere guarito, la poesia può svelare significati inattesi alla semplice nostalgia di un tramonto, l’amore può cambiarci in una sola sera, e anche la libertà è sempre possibile, ma mai chiudendo gli occhi. «Chiunque di loro avrà una visione più larga del mondo» hanno detto al ministero della Giustizia brasiliano, varando questa legge che punta tanto sui libri, quanto sui detenuti. 

Per l'articolo completo, guardate qui: http://www.micciacorta.it/home/naviga-tra-le-categorie/36-carcere-a-processi/8752-brasile-i-libri-rendono-piu-liberi-gli-sconti-di-pena-per-chi-legge-in-carcere-.html

Red Rain, il libro per adulti dell'autore dei Piccoli brividi

L'8 ottobre in america uscirà Red Rain, il primo libro per adulti di R. L. Stine, autore che ha venduto oltre 200 milioni di copie nel mondo (mi pare aver letto da qualche parte). E 200 credo sia un numero plausibile, dato che anni fa stava a 160.

Comunque, senza approfondire la faccenda statistiche, il buon Stine - volevo dire Fabio, e ridevo beota al sol pensiero - per Red Rain sembra abbia avuto elogi da una bella lista di scrittori che l'hanno letto in anteprima: Steve Berry, Douglas Preston, Brad Meltzer, Kathy Reichs e Harlan Coben. Tra tutti questi scribacchini abbastanza noti, il commento che mi ha fatto sorridere di più è stato quello di Meltzer, l'autore de L'archivio proibito, che qui traduco: Questo è uno di quei momenti che aspettavo con terrore - il momento in cui R. L. Stine avrebbe deciso di non terrorizzare solo i bambini, ma avrebbe concentrato il suo potere nello spaventare tutti noi! Poi il commento continuava, ma questa era la parte che mi interessava.

Probabilmente in occasiona dell'uscita di questo libro, Stine ha creato la sua fan page su Facebook, fan page che dal 21 agosto ad oggi ha già 112.000 persone!

Oh, ci sarebbe da tradurre la quarta di copertina, ma sono troppo impegnato a fare altro (giocare a basket in serie C2, leggere, lavorare nel negozio di famiglia, impaginare eBook per diversi editori, etc), quindi ve la incollo direttamente in inglese. C u, guys

PS: Dimenticavo di dirvi che una settimana prima uscirà il nuovo libro della Rowling, che in classifica vincerà a mani basse, ma qualcuno che le facesse guerra ci voleva!

R.L. Stine, New York Times bestselling author of the Goosebumps and Fear Street series—two of the bestselling children’s book series of all time—now sets his sights on adults with a terrifying new horror novel centered on a town in the grip of a sinister revolt.
Before there was J. K. Rowling, before there was Stephenie Meyer or Suzanne Collins, there was R.L. Stine. Witty, creepy, and compulsively readable, his books defined horror for a generation of young readers— readers who have now come of age. In Red Rain, Stine uses his unerring knack for creating terror to tap into some very grownup fears. Travel writer Lea Sutter finds herself on a small island off the coast of South Carolina, the wrong place at the wrong time. A merciless, unanticipated hurricane cuts a path of destruction through the island and Lea barely escapes with her life.
In the storm’s aftermath, she discovers two orphaned boys—twins. Filled with a desire to do something to help, to make something good of all she witnessed, Lea impulsively decides to adopt them. The boys, Samuel and Daniel, seem amiable and immensely grateful; Lea’s family back on Long Island—husband Mark, a child psychologist, and their two children, Ira and Elena—aren’t quite so pleased. But even they can’t anticipate the twins’ true nature—or predict that, within a few weeks’ time, Mark will wind up implicated in two brutal murders, with the police narrowing in.
For the millions of readers who grew up on Goosebumps, and for every fan of deviously inventive horror, this is a must-read from a beloved master of the genre.

domenica 2 settembre 2012

Richard Bach ha rischiato la morte

Richard Bach, l'autore dell'ormai classico Il gabbiano Jonathan Livingston, si stava recando da un'amico sull'isola di San Juan quando durante l'atterraggio è incappato in cavo elettrico che ha fatto ribaltare e poi schiantare al suolo il suo idrovolante.

Bach è in condizioni gravissime, ma si dovrebbe salvare. Questo è il commento del figlio: "Papà descriveva il volo come la sua religione. È un aviatore molto appassionato. Sarebbe terribile se, dopo il suo recupero, non potesse più volare. Lui ha bisogno di volare"

Io di Bach ho letto Il gabbiano e Illusioni, e di entrambi conservo un ricordo che va al di là della storia e dello stile di questo autore: il primo lo aveva regalato un supplente che voleva avvicinare tutta la classe alla lettura (gli sarò sempre grado per averci provato, anche se evidentemente non c'erano speranze), il secondo me l'aveva regalato un'amica per il mio ultimo compleanno (il ventiquattresimo), ed è stato un regalo che ho davvero apprezzato, sia per il fatto che fosse un libro, sia per il fatto che fosse un bel libro - originale, interessante, scorrevole.

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