Ok, parrà che sui miei siti parlo soltanto degli "scrittori
amici" - e in effetti è così -, ma ora un libro che si preannuncia
splendido sta per uscire, un romanzo che s'intitola Le nostre assenze, scritto dall'amico Sacha Naspini. Edito da Elliot, dopo Pasqua sarà in tutte le librerie, quindi non avete scuse, dovete comprarlo.
Dalla quarta di copertina: Per il protagonista e voce narrante de Le nostre assenze, la morte del nonno è una perdita incomprensibile, ai suoi occhi non può essere che uno scherzo tirato troppo per le lunghe. Il nuovo romanzo di Sacha Naspini parte da qui. Siamo a metà degli anni ’80. Due ragazzini scoprono una tomba etrusca, decidono di scavarla di nascosto, nel doposcuola. Vent’anni dopo una bambina viene rapita e rinchiusa nella stanza di una pensione americana, insieme a un gattino di nome Spunky. Cosa unisce questi due eventi? Ma questa è anche una saga familiare che abbraccia almeno tre generazioni. Troverete un uomo in fuga dai campi di concentramento, una donna che riscopre il suo primo amore dopo quarant’anni. Troverete un padre ridotto al frainteso di poche parole, una madre troppo giovane per saperlo spiegare al figlio. E un ragazzino povero che vive “al di là della rete”, nel quartiere delle case popolari. Fino ad arrivare all’America, tanto persa quanto trovata, di rabbia. In questo libro l’America significa tante cose. Sacha Naspini racconta in modo magistrale, brillante e bruciante allo stesso tempo, il passaggio improvviso dall’infanzia all’adolescenza, fino alla maturità. La perdita dell’innocenza, il desiderio inesorabile e cieco della vendetta e, insieme, il sentimento inspiegabile dell’amore e di una nuova speranza. O solo di un posto chiamato “casa”. Anche “casa” in questo libro significa molto. Dopo il fortunato I Cariolanti, Sacha Naspini si conferma come una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi.
Su Amazon è già possibile prenotarlo cliccando qui.
Dalla quarta di copertina: Per il protagonista e voce narrante de Le nostre assenze, la morte del nonno è una perdita incomprensibile, ai suoi occhi non può essere che uno scherzo tirato troppo per le lunghe. Il nuovo romanzo di Sacha Naspini parte da qui. Siamo a metà degli anni ’80. Due ragazzini scoprono una tomba etrusca, decidono di scavarla di nascosto, nel doposcuola. Vent’anni dopo una bambina viene rapita e rinchiusa nella stanza di una pensione americana, insieme a un gattino di nome Spunky. Cosa unisce questi due eventi? Ma questa è anche una saga familiare che abbraccia almeno tre generazioni. Troverete un uomo in fuga dai campi di concentramento, una donna che riscopre il suo primo amore dopo quarant’anni. Troverete un padre ridotto al frainteso di poche parole, una madre troppo giovane per saperlo spiegare al figlio. E un ragazzino povero che vive “al di là della rete”, nel quartiere delle case popolari. Fino ad arrivare all’America, tanto persa quanto trovata, di rabbia. In questo libro l’America significa tante cose. Sacha Naspini racconta in modo magistrale, brillante e bruciante allo stesso tempo, il passaggio improvviso dall’infanzia all’adolescenza, fino alla maturità. La perdita dell’innocenza, il desiderio inesorabile e cieco della vendetta e, insieme, il sentimento inspiegabile dell’amore e di una nuova speranza. O solo di un posto chiamato “casa”. Anche “casa” in questo libro significa molto. Dopo il fortunato I Cariolanti, Sacha Naspini si conferma come una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi.
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