Eravate in attesa del seguito di Multiversum? Io sì, quindi ecco a voi Memoria, romanzo che uscirà sempre per Mondadori, e sempre dalla penna di Leonardo Patrignani, il 19 febbraio!
Di seguito trovate il prologo.
Era il cielo di sempre.
Di seguito trovate il prologo.
Era il cielo di sempre.
Erano i volti di sempre.
Era il rifugio sotterraneo, il tunnel scavato nel muro per tornare a 
vedere la luce, il silenzio prima della traccia nascosta alla fine del 
disco. Un dove, in un mondo in cui non esisteva più alcun luogo. Un 
quando, in una realtà senza futuro. Era il jolly spuntato dal mazzo nel 
momento critico della partita.
Ma per il momento, non era nient'altro che una gabbia. Un'illusione della mente. Per quanto realistica, credibile, vera.
Autentica come il soffio del vento che si levava dal lungomare di 
Barcellona in quel pomeriggio d'inverno, trascinando ovunque volantini 
rossi e blu in una danza senza coreografia.
Sincera 
come quel sentimento che intrecciava i destini di Alex e Jenny e che li 
aveva portati fino a lì. Fuori dall'incubo. Dentro una nuova prigione.
 
L'asteroide aveva cancellato la vita sulla Terra, questo lo ricordavano
 bene. In ogni possibile dimensione parallela, in ogni angolo del 
Multiverso. Ma loro lo sapevano, forse lo avevano sempre saputo: La 
nostra mente è la chiave. Nell'istante in cui l'Apocalisse aveva 
decretato la fine della corsa, i loro occhi si erano spenti. Come quelli
 di qualsiasi altro abitante del pianeta.
Ma gli occhi del corpo non sono le uniche finestre aperte sulla realtà.
Il disco era finito? O i secondi continuavano a scorrere nel silenzio, 
in attesa di un nuovo inizio? Alex e Jenny non sapevano dire dove si 
trovassero. Erano salvi, ma allo stesso tempo erano morti. Per quel che 
ne sapevano, stavano vagando in un luogo di ricordi, prigionieri di un 
frammento mentale, di un'eco della catastrofe, mentre il mondo vero era 
un deserto di cenere. E allora, in realtà, qual era il mondo vero? E chi
 erano loro? Cosa era sopravvissuto e cosa terminato per sempre?
La carrozzella di Marco era spuntata solo pochi secondi prima dal fondo
 della strada. Lui si era avvicinato, e di fronte agli occhi increduli 
di Alex e Jenny aveva pronunciato una semplice frase e riaperto la 
partita.
«Forza, ragazzi. Usciamo da questa gabbia.»
Poi si era alzato in piedi. In piedi, sulle proprie gambe.
E aveva sorriso.
Benvenuti in Memoria.
Il luogo dove l'unico scenario possibile è il ricordo. L'interminabile 
silenzio tra la fine del disco e l'inizio della traccia nascosta.
Soddisfatti? No, ovviamente vogliamo leggere di più!
Oh, c'è da dire che la cover è stupenda, addirittura meglio della precendente.

 
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