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domenica 25 gennaio 2015
venerdì 14 marzo 2014
La gatta di Varsavia
Io sono uno di quei malati di libri che appena vedono un testo che ha a che fare qualcosa con la Polonia, pensano: Lo compro. Così è andata con La gatta di Varsavia, e non è che i gatti mi stanno proprio simpatici, ma la parola "Varsavia" nel titolo era troppo forte, risplendeva. Poi ho controllato chi era l'autrice, Slavenka Drakulić, ed ho visto che era croata; lì ho chiuso un occhio ricordami di un'amica conosciuta a Cracovia, papà croato e mamma polacca, che mi stava proprio simpatica. Poi ho visto che l'autrice risiede in Svezia; due pensieri su un amico mezzo svedese e mezzo italiano, et voilà, ho comprato l'eBook, che oggi è in offerta a 1,99 € invece di 4,99.
Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una maialina e un orso della loro vita sotto il comunismo? Charlie, un cane romeno, rilascia un'intervista alla stampa lamentando come la distruzione del centro storico di Bucarest ordinata da Ceausescu per costruire la "Casa del Popolo" abbia gettato per strada due milioni di randagi. Bohumil, un topolino di Praga, accompagnando un parente nella visita al museo del comunismo, gli spiega i motivi della caduta del regime e il valore di ciò che il museo rappresenta. Una "creatura di origini feline" scrive al pubblico ministero che deve processare Jaruzelski per i suoi crimini nell'era comunista, chiedendo di poter testimoniare a favore del generale. Il racconto della leggenda del muro di Berlino è affidato a una talpa appassionata di archeologia. Il pappagallo Koki, appartenuto al maresciallo Tito, definisce il suo padrone "un comunista di gran classe". Un orso ballerino di nome Tosho racconta la propria storia e quella del popolo bulgaro. Sono solo alcune di queste singolari voci che a più di vent'anni di distanza dalla caduta dei regimi comunisti in Europa si interrogano - a modo loro - su democrazia e capitalismo, giustizia sociale e responsabilità collettiva, cercando di interpretare quella storia per capire le ragioni dell'oggi.
Acquista l'eBook su Amazon o su BookRepublic.
PS: forse c'è stato anche il pensiero: Baldini&Castoldi è una casa editrice appena risorta (era fallita), finanziamola un pochino.
PPS: forse c'è stato anche un pensiero collegato a quello che sta combinando Putin questi giorni
Post pubblicato anche su: polacche.blogspot.it/2014/03/la-gatta-di-varsavia.html
Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una maialina e un orso della loro vita sotto il comunismo? Charlie, un cane romeno, rilascia un'intervista alla stampa lamentando come la distruzione del centro storico di Bucarest ordinata da Ceausescu per costruire la "Casa del Popolo" abbia gettato per strada due milioni di randagi. Bohumil, un topolino di Praga, accompagnando un parente nella visita al museo del comunismo, gli spiega i motivi della caduta del regime e il valore di ciò che il museo rappresenta. Una "creatura di origini feline" scrive al pubblico ministero che deve processare Jaruzelski per i suoi crimini nell'era comunista, chiedendo di poter testimoniare a favore del generale. Il racconto della leggenda del muro di Berlino è affidato a una talpa appassionata di archeologia. Il pappagallo Koki, appartenuto al maresciallo Tito, definisce il suo padrone "un comunista di gran classe". Un orso ballerino di nome Tosho racconta la propria storia e quella del popolo bulgaro. Sono solo alcune di queste singolari voci che a più di vent'anni di distanza dalla caduta dei regimi comunisti in Europa si interrogano - a modo loro - su democrazia e capitalismo, giustizia sociale e responsabilità collettiva, cercando di interpretare quella storia per capire le ragioni dell'oggi.
Acquista l'eBook su Amazon o su BookRepublic.
PS: forse c'è stato anche il pensiero: Baldini&Castoldi è una casa editrice appena risorta (era fallita), finanziamola un pochino.
PPS: forse c'è stato anche un pensiero collegato a quello che sta combinando Putin questi giorni
Post pubblicato anche su: polacche.blogspot.it/2014/03/la-gatta-di-varsavia.html
martedì 4 febbraio 2014
giovedì 19 settembre 2013
Un estratto da "The Wind of Winters", il prossimo libro de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco"
Nota: da qui all'uscita per Harper Collins il testo potrebbe cambiare numerose volte.
They struck out north by northwest, across drylands and parched plains and pale sands toward
Ghost Hill, the stronghold of House Toland, where the ship that would take them across the Sea of
Dorne awaited them." "Send a raven whenever you have news," Prince Doran told her, "but report only
what you know to be true." We are lost in fog here, besieged by rumors, falsehoods, and traveler’s tales."
I dare not act until I know for a certainty what is happening."
War is happening, though Arianne, and this time Dorne will not be spared. "Doom and death
are coming," Ellaria Sand had warned them, before she took her own leave from Prince Doran." "It is
time for my little snakes to scatter, the better to survive the carnage."" Ellaria was returning to her
father’s seat at Hellholt." With her went her daughter Loreza, who had just turned seven." Dorea
remained at the Water Gardens, one child amongst a hundred." Obella was to be dispatched to
Sunspear, to serve as a cupbearer to the wife of the castellan, Manfrey Martell."
And Elia Sand, oldest of the four girls that Prince Oberyn had fathered on Ellaria, would cross
the Sea of Dorne with Arianne." "As a lady, not a lance," her mother said firmly, but like all the Sand
Snakes, Elia had her own mind.
ARIANNE
They struck out north by northwest, across drylands and parched plains and pale sands toward
Ghost Hill, the stronghold of House Toland, where the ship that would take them across the Sea of
Dorne awaited them." "Send a raven whenever you have news," Prince Doran told her, "but report only
what you know to be true." We are lost in fog here, besieged by rumors, falsehoods, and traveler’s tales."
I dare not act until I know for a certainty what is happening."
War is happening, though Arianne, and this time Dorne will not be spared. "Doom and death
are coming," Ellaria Sand had warned them, before she took her own leave from Prince Doran." "It is
time for my little snakes to scatter, the better to survive the carnage."" Ellaria was returning to her
father’s seat at Hellholt." With her went her daughter Loreza, who had just turned seven." Dorea
remained at the Water Gardens, one child amongst a hundred." Obella was to be dispatched to
Sunspear, to serve as a cupbearer to the wife of the castellan, Manfrey Martell."
And Elia Sand, oldest of the four girls that Prince Oberyn had fathered on Ellaria, would cross
the Sea of Dorne with Arianne." "As a lady, not a lance," her mother said firmly, but like all the Sand
Snakes, Elia had her own mind.
giovedì 25 aprile 2013
L'8x8 sbarca a Bologna prima della finale al Salone internazionale del libro di Torino
In un futuro non troppo remoto non mi dispiacerebbe vedere l'8x8 in tv insieme a tutti i più conosciuti talent show, perché alla fine di questo si tratta, un talent show. Lo immagino con gli autori seduti su una sedia di fianco a degli attori che leggono i loro scritti che ha sua volta a fianco hanno un accompagnamento musicale di un qualche artista anch'esso emergente. Sarebbe una bella vetrina per tutti: lo scrittore, l'attore e il cantante. Sogno ad occhi aperti, lo so.
Ho perso il conteggio del numero delle volte che ho seguito questo evento, e ogni volta ci vado con la seguente motivazione: i consigli che gli esperti del settore danno sono utilissimi. Non mi fido troppo delle scuole di scrittura - argomento che genera tantissime polemiche; io preferirei chiamarle "scuole di tecniche di scrittura", perché ti possono insegnare come impostare un romanzo o un racconto, ma scriverlo è un'altra cosa - e gli unici soldi che spendo per questo tipo di informazioni li do ad una rivista che mi faccio spedire dagli USA, il Writer's Digest. Quindi quando tra le mani mi capita di riuscire ad ottenere qualcosa di qualità gratuitamente, non mi lascio sfuggire l'occasione.
Ho perso il conteggio del numero delle volte che ho seguito questo evento, e ogni volta ci vado con la seguente motivazione: i consigli che gli esperti del settore danno sono utilissimi. Non mi fido troppo delle scuole di scrittura - argomento che genera tantissime polemiche; io preferirei chiamarle "scuole di tecniche di scrittura", perché ti possono insegnare come impostare un romanzo o un racconto, ma scriverlo è un'altra cosa - e gli unici soldi che spendo per questo tipo di informazioni li do ad una rivista che mi faccio spedire dagli USA, il Writer's Digest. Quindi quando tra le mani mi capita di riuscire ad ottenere qualcosa di qualità gratuitamente, non mi lascio sfuggire l'occasione.
martedì 16 aprile 2013
lunedì 15 aprile 2013
mercoledì 20 marzo 2013
martedì 11 dicembre 2012
Libri letti in contemporanea
Quelli in foto sono i libri che leggo in contemporeanea in questo momento. Sono tanti? Contate che mancano gli eBook e alcune letture che mi sono programmato per le prossime settimane.
C'è voluto poco per rendermi conto che devo darmi una regolata, che non posso continuare ad ammucchiare letture su letture. Passino i racconti, dato che si possono leggere un po' alla volta, però non posso portare avanti tutti questi romanzi come se stessi seguendo una decina di serie tv.
Ci vuole una regola, una semplice e non troppo complicata da rispettare perché altrimenti sarò costretto a cambiarla.
Ho disposto tutti i libri che sto leggendo sul comodino e ho deciso che non potrò più accumulare letture per formare una piramide, ma che dovrò via via portar via (quanti diavolo di "via" in questa frase!) i tasselli per trasformare la pila in una distesa più o meno pianeggiante.
Facendo in questa maniera potrò leggere sei libri in contemporanea invece degli attuali venti.
Voi come siete messi? Conosco gente che non inizia un nuovo libro finché non finisce quello precedente... Io non sono proprio in grado.
C'è voluto poco per rendermi conto che devo darmi una regolata, che non posso continuare ad ammucchiare letture su letture. Passino i racconti, dato che si possono leggere un po' alla volta, però non posso portare avanti tutti questi romanzi come se stessi seguendo una decina di serie tv.
Ci vuole una regola, una semplice e non troppo complicata da rispettare perché altrimenti sarò costretto a cambiarla.
Ho disposto tutti i libri che sto leggendo sul comodino e ho deciso che non potrò più accumulare letture per formare una piramide, ma che dovrò via via portar via (quanti diavolo di "via" in questa frase!) i tasselli per trasformare la pila in una distesa più o meno pianeggiante.
Facendo in questa maniera potrò leggere sei libri in contemporanea invece degli attuali venti.
Voi come siete messi? Conosco gente che non inizia un nuovo libro finché non finisce quello precedente... Io non sono proprio in grado.
lunedì 10 dicembre 2012
The Joy of Books, lo splendido video di una libreria di Toronto
Type Books
883 Queen Street West
Toronto, Ontario
domenica 11 novembre 2012
L'importanza del nome del traduttore in copertina
Qui davanti a me ho due copie di Delitto e castigo, una pubblicata negli Oscar Mondadori e una da BUR (Biblioteca Universale Rizzoli). La prima è stata tradotta da Serena Prina e la seconda da Silvio Poliedro.
Lo scopo di questo post è quello di sensibilizzare i lettori riguardo queste figure importantissime, e adesso vi faccio vedere perché vorrei vedere i loro nomi in copertina; mi basta il primo paragrafo del libro.
Tradotto da Serena Prina nel 1994
All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K.
Tradotto da Silvio Poliedro nel 1983
Al principio di luglio, con tempo caldissimo, verso sera un giovane scese dalla sua stanzuccia, che aveva in subafitto nel vicolo di S., sulla strada e lentamente, come irresoluto, si diresse verso il ponte di K.
Ora, come avete notato, entrambi i traduttori pur cercando di dire la stessa cosa la dicono in maniera diversa. Ad esempio, in quella di Prima ci sono ben due avverbi e in questo caso di Stephen King si mangerebbe le mani, nella seconda c'è una parola come "stanzuccia" che a me - e qui uso un avverbio - personalmente fa vomitare. E ho da ridire anche sul finale della frase, che io ci vedo una bella differenza tra "il ponte K." e "il ponte di K." Ci sono ulteriori differenze, ma non mi va di proseguire in un'analisi che potete benissimo fare da soli.
Insomma, voi quale delle due traduzioni preferite? E adesso, li volete o no i nomi dei traduttori sulle copertine dei vostri libri?
PS: c'è un motivo per cui ho scritto l'anno di traduzione, rifletteteci.
Lo scopo di questo post è quello di sensibilizzare i lettori riguardo queste figure importantissime, e adesso vi faccio vedere perché vorrei vedere i loro nomi in copertina; mi basta il primo paragrafo del libro.
Tradotto da Serena Prina nel 1994
All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K.
Tradotto da Silvio Poliedro nel 1983
Al principio di luglio, con tempo caldissimo, verso sera un giovane scese dalla sua stanzuccia, che aveva in subafitto nel vicolo di S., sulla strada e lentamente, come irresoluto, si diresse verso il ponte di K.
Ora, come avete notato, entrambi i traduttori pur cercando di dire la stessa cosa la dicono in maniera diversa. Ad esempio, in quella di Prima ci sono ben due avverbi e in questo caso di Stephen King si mangerebbe le mani, nella seconda c'è una parola come "stanzuccia" che a me - e qui uso un avverbio - personalmente fa vomitare. E ho da ridire anche sul finale della frase, che io ci vedo una bella differenza tra "il ponte K." e "il ponte di K." Ci sono ulteriori differenze, ma non mi va di proseguire in un'analisi che potete benissimo fare da soli.
Insomma, voi quale delle due traduzioni preferite? E adesso, li volete o no i nomi dei traduttori sulle copertine dei vostri libri?
PS: c'è un motivo per cui ho scritto l'anno di traduzione, rifletteteci.
giovedì 6 settembre 2012
Per ogni libro letto, 4 giorni in meno di carcere!
In Brasile, signori, sono avanti! 4 giorni di carcere in meno sino a 48 giorni l'anno per ogni libro letto, cioè 12 libri l'anno, uno al mese. Una cosa fattibile, non credete?
L’idea è così azzeccata, così pertinente, che poteva venire in mente solo a chi ha conosciuto la geometrica afflizione del carcere, il rumore delle serrature, i fantasmi della solitudine. E infatti è stata Dilma Rousseff a idearla. Che molto prima di diventare l’attuale presidente del Brasile è stata incarcerata per tre anni, dal 1970 al 1972. Era la cupa stagione dei generali. Dilma, studentessa di famiglia borghese era entrata nella guerriglia, era stata arrestata a San Paolo con un’arma addosso, aveva subito ventidue giorni di tortura. Da allora non ha mai dimenticato quanti abissi contengano quelle mura. Quanto buio. E quali piccole vie d’uscita possano trasformare i reclusi in «persone migliori».
Il libro è una di quelle vie d’uscita. Perché apre mondi immaginari. Racconta vite vere. Insegna che il destino è multiplo, la malasorte ondivaga, l’odio può essere guarito, la poesia può svelare significati inattesi alla semplice nostalgia di un tramonto, l’amore può cambiarci in una sola sera, e anche la libertà è sempre possibile, ma mai chiudendo gli occhi. «Chiunque di loro avrà una visione più larga del mondo» hanno detto al ministero della Giustizia brasiliano, varando questa legge che punta tanto sui libri, quanto sui detenuti.
Per l'articolo completo, guardate qui: http://www.micciacorta.it/home/naviga-tra-le-categorie/36-carcere-a-processi/8752-brasile-i-libri-rendono-piu-liberi-gli-sconti-di-pena-per-chi-legge-in-carcere-.html
L’idea è così azzeccata, così pertinente, che poteva venire in mente solo a chi ha conosciuto la geometrica afflizione del carcere, il rumore delle serrature, i fantasmi della solitudine. E infatti è stata Dilma Rousseff a idearla. Che molto prima di diventare l’attuale presidente del Brasile è stata incarcerata per tre anni, dal 1970 al 1972. Era la cupa stagione dei generali. Dilma, studentessa di famiglia borghese era entrata nella guerriglia, era stata arrestata a San Paolo con un’arma addosso, aveva subito ventidue giorni di tortura. Da allora non ha mai dimenticato quanti abissi contengano quelle mura. Quanto buio. E quali piccole vie d’uscita possano trasformare i reclusi in «persone migliori».
Il libro è una di quelle vie d’uscita. Perché apre mondi immaginari. Racconta vite vere. Insegna che il destino è multiplo, la malasorte ondivaga, l’odio può essere guarito, la poesia può svelare significati inattesi alla semplice nostalgia di un tramonto, l’amore può cambiarci in una sola sera, e anche la libertà è sempre possibile, ma mai chiudendo gli occhi. «Chiunque di loro avrà una visione più larga del mondo» hanno detto al ministero della Giustizia brasiliano, varando questa legge che punta tanto sui libri, quanto sui detenuti.
Per l'articolo completo, guardate qui: http://www.micciacorta.it/home/naviga-tra-le-categorie/36-carcere-a-processi/8752-brasile-i-libri-rendono-piu-liberi-gli-sconti-di-pena-per-chi-legge-in-carcere-.html
venerdì 10 agosto 2012
martedì 7 agosto 2012
lunedì 23 luglio 2012
martedì 3 luglio 2012
lunedì 25 giugno 2012
martedì 19 giugno 2012
Leggere fa bene.
Leggere parecchi libri fa ottenere il 45% di vocaboli in più, sviluppa l'originalità del 37%, aumentà la capacità critica del 31%, aiuta a mantenere la memoria in allenamento con un +25%.
http://www.finzionimagazine.it/news/attualita-news/esame-di-maturita-meno-problemi-per-chi-legge-di-piu/
Piccola gratuita biblioteca
Questa foto deve esser stata scattata in Svezia o Norvegia, e non lo dico per la neve, ma per l'educazione che questi popoli hanno. Al limite potrebbe esser stata fatta in qualche paesino del nord America o alla periferia di Monaco di Baviera dove la gente lascia tranquillamente la Ferrari con le chiavi nel cruscotto.
venerdì 15 giugno 2012
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