Shomintsu è un vecchietto che tutti i giorni passando davanti a Jun dice: «In te vedo un grosso», e Jun, di volta in volta, gli dà risposte sempre peggiori.

Dopo, Jun vedrà che Shomintsu non è solo un allenatore, ma un insegnate di vita: «Jun, se ciò che dici non è meglio del silenzio, taci» dice rivolgendosi al protagonista di questo romanzo, oppure: «Non pensi nella maniera giusta, Jun» sospira un giorno Shomintsu. «Primo perché pensi troppo, secondo perché non pensi abbastanza». Tutte frasi concise che fanno riflettere.
Eric-Emmanuel Schmitt, scrittore, autore di teatro e regista, ci dona un romanzo così ridotto all’osso, senza passaggi inutili, breve ma appassionante, che si mostra solo come una storia pura e genuina, uno di quei libri che la sera ti fanno spegnere la televisione senza alcun rimorso e poi, nel tempo della durata di un film lo finisci, e la soddisfazione è tanta.
Questo libro fa parte del “ciclo dell’invisibile”, e cioè una serie di romanzi dello stesso autore dove si parla di religioni, una per ogni libro. In questo caso si è trattato di buddhismo. Per chi dovesse essersi spaventato riguardo all’ultima frase, vorrei precisare che la narrazione non viene per nulla intaccata, anzi, la migliora.
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Letto! Proprio piacevole, grazie per il consiglio
RispondiEliminaPrego :)
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